Teoria dell’illuminazione

Tipi di illuminazione

Tutti i progetti illuminotecnici possono essere risolti con tre tipi di illuminazione.

Generalità sull’illuminazione

Negli anni ‘50 il progettista illuminotecnico R. K. (1910 –1977) ha definito una suddivisione fondamentale dei tipi d’illuminazione:

Illuminazione generale – Luce per vedere Illuminazione funzionale – Luce per guardare Illuminazione di accento – Luce per osservare

L’illuminazione generale definisce l’ambiente e lo spazio. La luce risulta morbida, uniforme e non crea ombre o contrasti netti. In ambiente esterno, questo tipo di illuminazione è presente in parcheggi, vie e strade. Per ottenere una determinata intensità luminosa, occorre rispettare la norma corrispondente. In ambiente interno, l’illuminazione generale crea la luce di fondo per poter cogliere meglio le dimensioni di un locale.

Con l’illuminazione funzionale si illuminano le superfici utili. La luce si concentra su determinati settori che richiedono l’attenzione dell’utente, come ad es. superfici di lavoro, scale o incroci stradali con attraversamento pedonale. Per l’illuminazione funzionale, nella maggior parte dei casi, valgono le norme di legge.

Gli accenti luminosi mettono in evidenza oggetti e dettagli architettonici. La luce dovrebbe essere nettamente più luminosa rispetto all’illuminazione generale, per attirare l’attenzione dell’osservatore. Tuttavia ciò funziona solo se la luce è utilizzata sporadicamente nell’ambiente, ad esempio su oggetti, dettagli architettonici o singole pareti.

I tre tipi di illuminazione non possono essere trattati in modo indipendente l’uno dall’altro. Al contrario, è la loro interazione e sinergia a creare una buona illuminazione.

Illuminazione generale


Ma quali sono le caratteristiche di una buona illuminazione?

In un ambiente ben illuminato ci si sente a proprio agio e al sicuro. La dimensione spaziale è ben percepibile ciò che è necessario è, un’alternanza di luci e ombre, nessuna luminosità abbagliante o una completa oscurità. Un’illuminazione ben progettata ammette settori scuri senza tuttavia perdere la propria efficacia.

Soprattutto nell’illuminazione architetturale questo principio di illuminazione mette in evidenza i dettagli. Gli ambienti interni ed esterni possono essere strutturati grazie alle zone luminose. I settori illuminati modellano lo spazio e creano una tensione a beneficio dell’osservatore. Questo principio è confrontabile con quello della luce diurna. Un’alternanza di luci e ombre aiuta a orientarsi e consente di percepire rapidamente le dimensioni ambientali. L’uomo ha bisogno dell’alternanza di luci e ombre per potersi orientare.

Gli apparecchi a LED consentono di lavorare in modo virtuoso con la luce: riflettori precisi, emissioni della luce calcolate in modo puntuale e, a seconda dell’attività, diverse classi di prestazioni offrono molteplici possibilità di allestimento. In modo totalmente mirato, è possibile illuminare ambienti e rimodellarli con la luce, utilizzata in misura sempre maggiore come elemento d’atmosfera. Con una giusta illuminazione elementi notevoli dell’architettura o del paesaggio, possono diventare protagonisti. Un aspetto molto vantaggioso, come ad esempio per il paesaggio urbano, che può così caratterizzarsi in modo inconfondibile. È importante istituire un collegamento visivo tra zone molto illuminate e l’ambiente circostante. I contrasti non possono essere troppo marcati affinché il quadro sia armonioso. Questo metodo di illuminazione vale per gli ambienti esterni e per quelli interni: a seconda dell’importanza degli elementi paesaggistici, degli edifici o degli spazi, è importante creare una graduazione degli illuminamenti. In questo modo la luce suggerisce assi visivi per l’osservatore e ne definisce l’ambiente. Una precisa definizione degli spazi trasmette una sensazione di sicurezza.


Illuminazione funzionale

Un utilizzo ancora più mirato della luce è possibile grazie all’elettronica di comando. A seconda delle esigenze, ad esempio per eventi nell’area cittadina, è possibile modificare in modo molto semplice l’intensità o il colore della luce. Facciate, oggetti e palazzi risplendono su cornici o parchi, affascinando i visitatori con la loro pronunciata intensità luminosa. La luce mette in evidenza le particolarità, funge da segnale. La mutevolezza della luce contribuisce a rendere lo spazio più piacevole.

Se in un ambiente da illuminare è disponibile un numero sufficiente di fonti luminose per coprire la somma dell’illuminazione generale, funzionale e dell’illuminazione per mettere in risalto particolari, modificando l’intensità d’illuminazione di una delle componenti, si può ottenere un effetto di grande impatto. L’atmosfera può essere modificata, in senso positivo o negativo. A tal fine è necessario accertarsi che le differenze nella luce percepita non siano eccessive. Per l’occhio, contrasti importanti implicano un lavoro di adattamento che può portare ad affaticamento.


Luce per porre accenti luminosi

Tuttavia è necessaria una differenziazione chiara dei tre tipi di illuminazione, perché solo attraverso l’alternanza di luminosità e zone d’ombra siamo in grado di orientarci in un ambiente. Una concreta definizione numerica dei rapporti tra i diversi tipi di illuminazione è possibile solo in laboratorio, in quanto Nella pratica intervengono fattori che possono modificare in modo importante l’effetto nello spazio.

Le condizioni delle superfici da illuminare e i relativi colori influenzano il comportamento di riflessione. In ambiente esterno, occorre tenere conto anche delle condizioni atmosferiche. Inoltre, ciascuno percepisce la luce e vi reagisce a modo proprio. Il gioco dei contrasti tra i singoli tipi di illuminazione dipende dalla percezione soggettiva. Al momento dell’installazione di un impianto di illuminazione è necessario testare sul posto tutto ciò che è stato progettato in una fase precedente attraverso un calcolo teorico.